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Mario Iaione indaga le molteplici possibilità dell'essere, interrogandosi sui processi relativi alla costruzione dell'identità, sempre frammentata, parziale e mai definitiva. Al centro della poetica dello scultore napoletano c'è il volto inteso come "luogo" del conflitto, ma anche del cambiamento: eternamente sospeso nell'ostinata tensione esistenziale fra Eros e Thanatos, il soggetto è rappresentato nelle diverse possibilità della crisi e della rinascita. Attraverso uno stile che coniuga raffinatezza estetica e capacità d'introspezione psicologica, l'artista propone una sequenza di composizioni più o meno figurative, con colori più o meno insoliti, che descrivono un affresco della variegata umanità. Iaione gioca con il carattere: personaggi poliedrici si camuffano e si nascondono negli interstizi dell'immagine e della parola, dando vita allo spettacolo dell'esistenza. Così va in scena la commedia (e la tragedia) umana dove si compie la ricerca, infaticabile ed eterna, di un possibile senso della vita e dell'arte. L'eleganza dell'esecuzione e il coraggio dell'innovazione artistica, coniugate a una forte intensità emozionale, anno prodotto un circolo virtuoso da cui è originata una collezione di grande pregio che celebra la poetica dell'incompiuto come condizione propria e necessaria del divenire.